giovedì 9 febbraio 2017

SCHIZOFRENIA

Emil Kraepelin coniò il termine “Dementia praecox”. In seguito Eugen Blöder ha coniato il termine “Schizofrenia” o ”Gruppo delle schizofrenie”.
La schizofrenia consiste nella modificazione della personalità del pensiero della percezione della realtà, della cognitività e dell' affettività senza che venga riscontrata (per ora) una malattia organica del cervello.

La sintomatologia può essere:
▪Positiva (produzione di allucinazioni o delirio)
▪ Negativa (poca energia, pochi interessi)

Sintomi principali:
- Nella fase acuta c’è sempre: paura, angoscia, allucinazioni e/o delirio e un pensiero dissociato (salti da un pensiero a un altro).
- Paralogica (il soggetto crede che ci sia una logica nel suo discorso, logica che in realtà non esiste).
- Neologismi (il soggetto crea parole “nuove”).
- Blocchi del pensiero:
   ▪ Parlato (non sta dietro al pensiero, quindi sono
presenti dei salti ad esempio salta delle parole e attacca un altro pensiero a quello precedente senza nessun nesso logico).
   ▪ Furto del pensiero (il soggetto crede che qualcuno vuole manipolare i suoi pensieri e che può toglierli quando vuole).
- Allucinazioni (percezioni sensoriali che nascono nel cervello senza che ci sia uno stimolo sensoriale)
- Hanno una possibilità di violenza molto più bassa di una persona “normale”. Anche se è possibile che, a causa delle allucinazioni e dei pensieri deliranti, una reazione violenta.
- Ambivalenza (vive contemporaneamente sentimenti discordanti come gioia e rabbia).
- Anomalie motorie
   ▪ Agitazione psicomotoria (“mi devo difendere da tutto perché ho paura di un pericolo che, però, non so da dove possa arrivare”).
   ▪ Ipocatatonia: il soggetto sta fermo per paura di morire (“se sono morto nessuno mi può fare nulla”).
   ▪ Catatonia agitata: Dei soldati in guerra che escono dal bunker urlando e delirando.

I quattro decorsi della schizofrenia:
1. Caratterizzato da episodi acuti seguita dalla remissione.
2. Caratterizzato da episodi acuti senza remissione (non torna esattamente alla normalità)
3. Sviluppo schizofrenico subdolo (peggiora nel corso degl'anni.
4. Misto tra tutti e tre i decorsi precedenti.


Bolzano. 09,02,2017

domenica 5 febbraio 2017

PRINCIPALI TEORIE EDUCATIVE

    1. TEORIA PSICOANALITICA:
  • Si interessa del vissuto interiore dell'allievo. Secondo questa teoria, la classe è un campo di incontro/scontro di forze inconsce: quelle degli allievi e quelle dei docenti.
  • L'allievo opera un transfert nei confronti del docente, trasferendo su di lui la sua situazione familiare (odio, amore...) 
  •  Il docente è spinto, dal confronto degli allievi, ad analizzare la propria infanzia.


     2. TEORIA UMANISTA:
  • Il maggior esponente è Carl Rogers (1902-1987).
  • Analizza l'educatore e lo identifica con un ruolo di "facilitatore" che insegna ad apprendere, cioè aiuta ad acquisire il metodo necessario per ogni futuro e autonomo apprendimento.
  •  L'educatore deve avere tre atteggiamenti fondamentali: l'autenticità o congruenza, la considerazione positiva incondizionata e l'empatia.
  • L'insegnate si pone quindi come collaboratore degli allievi , assumendo il loro punto di vista e astenendosi da giudizi negativi. 


     3. TEORIA SISTEMICA:
  • Il maggior esponente è Paul Watzlawick.
  • E' focalizzata sul posto delle abilità relazionali dell'educatore.
  • L'educatore deve tener conto del contesto e creare un equilibrio tra i singoli e la totalità sapendo che ogni cambiamento comporta una trasformazione generale.
  •   L'educatore deve anche tenere sotto controllo l'ansia che si diffonde in occasione dei cambiamenti e individuare le persone-chiave.
  • LA COMUNICAZIONE E' ALLA BASE DELLA RELAZIONE EDUCATIVA.

Bolzano, 05.02.2017
 

GESTALT


La Gestalt è una teoria psicologica nata in Germania all'inizio del XX secolo che studia le percezioni sensoriali. 
E' stata fondata da Max Wertheimer (1880-1943) e i maggiori esponenti sono W. Köhler (1886-1941) e K. Koffka (1887-1927).
Essa ha dimostrato che la percezione sensoriale svolge un ruolo creativo registrando attivamente i dati della realtà attraverso dei principi di raggruppamento degli oggetti: schemi innati che collegano e organizzano i dati che riceviamo dalla percezione sensoriale:


VICINANZA:




Raggruppamento di oggetti vicini tra loro.








SOMIGLIANZA:

 
Raggruppamento di oggetti 
simili tra loro.





 

CONTINUITA':






Raggruppamento di oggetti che

 possono essere vesti l'uno come 
continuazione dell'altro.






CHIUSURA:


Raggruppamento di elementi 

in modo che formino una figura
chiusa.






BUONA FORMA e BUONA FORMA:



Raggruppamento di elementi per ottenere una figura più semplice.






ESPERIENZA PASSATA:




Raggruppamento di elementi associati 
alla nostra esperienza precedente.




 

Bolzano, 03.02.2017

venerdì 3 febbraio 2017

KURT LEWIN

Kurt Lewin è stato uno psicologo tedesco e fu tra i sostenitori della psicologia della Gestalt.
Quando Lewin fu chiamato al fronte, produsse un breve saggio in cui descrisse come la percezione dei luoghi e dei paesaggi cambiasse, nella mente dei soldati, a seconda della vicinanza o lontananza del fronte. 
Dopo essere tornato a Berlino e laureatosi, venne a contatto con la scuola della Gestalt di Wolfgang Kohler, Kurt Koffka e Max Wertheimer. 
Alla salita di Hitler, Lewin ha dovuto abbandonare la Germania, in quanto ebreo e socialista, trasferendosi negli Stati Uniti dove ha insegnato a Harvard.
Lewin è ricordato soprattutto per la teoria del campo, secondo la quale il comportamento è frutto di un 
  interazione tra personalità e 
             ambiente.

Bolzano, 03.02.2017